STORIA DELLA LIGURIA DURANTE IL FASCISMO Questo terzo volume affronta gli anni che vanno dal 1926 al 1929, periodo in cui si ebbe la strutturazione completa dello Stato fascista. Ciò significò, in primo luogo, la creazione di tutti quegli istituti che ebbero valenza anche in seguito, la soppressione pura e semplice delle residue libertà, una guerra agli oppositori senza esclusione di colpi con l’utilizzo di un gigantesco apparato repressivo che vide schierati, oltre le forze tradizionali, la polizia politica, il Tribunale speciale, le commissioni per le assegnazioni al confino, le sezioni politiche della Milizia. Furono, tra l’altro, gli anni della dilatazione a dismisura del Partito nazionale fascista con le sue varie diramazioni e l’inizio della politica di fascistizzazione della società, da ottenersi attraverso la creazione e l’organizzazione del consenso. Diviso in tre filoni, tratta nel primo la fascistizzazione, con l’organizzazione del consenso da svilupparsi con l’attento controllo dei mass-media (stampa, radio, cultura in generale), la creazione di enti quali Opera nazionale dopolavoro e Opera nazionale balilla e la soppressione o l’inertizzazione di enti di carattere religioso, quali gli Esploratori cattolici e l’Azione cattolica nonostante i Patti lateranensi, il controllo della scuola e l’incremento di tutte quelle manifestazioni (parate, adunate, “leva fascista”, “Befana fascista”, competizioni sportive) che avrebbero caratterizzato il regime fino al suo tragico epilogo. Non fu una vuota enunciazione, ma un obiettivo perseguito con sistematicità, per creare quell’uomo nuovo, nato dalla “rivoluzione”, che sarebbe diventato il “fascista di domani”. Nel secondo viene considerata la lotta agli oppositori (che, con l’ingresso di Arturo Bocchini ai vertici della polizia, colse significativi risultati), da compiersi non solo con i mezzi repressivi tradizionali, bensì anche attraverso nuovi organismi creati appositamente: polizia politica (Ovra), Tribunale speciale, confino di polizia, oltre il carcere comune, cui si condannarono per brevi periodi – da sei mesi a un anno – i colpevoli di “offese a Mussolini”. Sono riprodotti tutti i nomi e le relative pene dei condannati liguri dal Tribunale speciale, le motivazioni delle sentenze, dei confinati e dei diffidati, oltre a processi famosi che sfuggirono in un primo tempo al Tribunale speciale (Pertini, Giulietti) e si celebrarono dinnanzi al tribunale ordinario. Infine, il terzo filone illustra gli avvenimenti economici e amministrativi della regione (per esempio la creazione della Grande Genova e l’istituzione della provincia di Savona) e le cosiddette “provvidenze del regime”, cioè gli interventi statali per migliorare la vita dei cittadini (al punto che si può parlare, sia pure in embrione, della creazione di un primo nucleo di “welfare”). Degli aspetti citati è proposta una disamina su scala ligure, aggiunti dei necessari riferimenti nazionali, mediante l’utilizzo di fonti in gran parte inedite che hanno consentito di ottenere una interpretazione originale che contribuirà a colmare una vistosa lacuna. |