STORIA
DELLA LIGURIA DURANTE IL FASCISMO
Il quarto volume della Storia della Liguria durante
il fascismo si occupa del periodo che, partendo dal
1930, da quando la Grande crisi cominciò a
dispiegare i suoi pesanti effetti, che causarono tra
l’altro un aumento della disoccupazione a tutti i
livelli della scala sociale, giunge al 1936, alla
proclamazione dell’impero e alle prime fasi della
guerra civile spagnola, ovvero al tempo del consenso
generalizzato verso il regime. Tratta dei problemi
legati a economia e lavoro nella regione, del
corporativismo, del sindacalismo e della
fascistizzazione su larga scala, ottenuta dilatando
a dismisura il Partito nazionale fascista (nacque
allora la cosiddetta “era Starace”, dal nome del
segretario del PNF) e le organizzazioni che da esso
dipendevano, che videro un aumento esponenziale
degli iscritti con pesanti interventi su scuola,
cultura, mezzi di informazione e con il concorso di
un efficace apparato di polizia, che si adoperò per
eliminare ogni possibile attrito. Tratta dei piani
di lavori pubblici che il fascismo seppe mettere in
moto per arginare gli effetti della crisi (due
esempi su tutti, nati in quegli anni: il piano
regolatore di Genova, approvato direttamente da
Mussolini, con la città che mutò quasi completamente
il volto e vide sorgere nuovi quartieri e
l’istituzione del parco di Portofino), della nascita
dell’IRI e dei grandi accorpamenti di compagnie di
navigazione (sorsero l’Italia e l’Adriatica,
smembrando e riunificando compagnie esistenti),
della “modernizzazione”, con un’espansione senza
precedenti dei mezzi di informazione di massa quali
radio e cinematografia. (La nuova stazione
radiofonica, ad esemmpio, sorse a Granarolo). Tratta
altresì degli oppositori, dei metodi per
disinnescarne l’operato, delle sentenze del
Tribunale speciale e delle assegnazioni al confino,
della «crisi del ’31», che vide opposti lo Stato
alla Santa Sede e si risolse con l’apparente
sconfitta di quest’ultima. Infine, un capitolo è
dedicato alla guerra d’Etiopia, che offre
interessanti prospettive liguri, soprattutto
attraverso il porto di Genova, il primo d’Italia
quanto a traffici, che si può intendere come il
momento in cui il regime celebrò il proprio trionfo
e per centinaia di migliaia di italiani l’inizio di
un sogno irripetibile, presto terminato. |