Teoria Patogenetica Unificata
Negli anni ’70, la scoperta dell’Istangiopatia Congenita Acidosica Enzimo-Metabolica-a, rivelatasi in seguito la conditio sine qua non delle malattie umane più gravi e frequenti, mi suggerì la possibile esistenza di una Teoria Patogenetica Unificata alla base dell’insorgenza di queste patologie. Infatti, nel corso di tre decenni, sulla base dei dati clinici semeiotico-biofisici raccolti al letto del malato, ho dimostrato che “tutti” i pazienti diabetici, ipertesi, dislipidemici, arteriosclerotici, oncologici, glaucomatosi, osteoporotici, litiasici, ecc., erano e/o sono portatori di ICAEM-a, corroborando la mia teoria di un meccanismo patogenetico comune. Negli anni ’90, la scoperta e la successiva descrizione delle numerose costituzioni semeiotico-biofisiche hanno svolto un ruolo essenziale nella definizione della Teoria Patogenetica Unificata, stimolando l’indagine delle modalità di evoluzione dall’ ICAEM-a nelle varie costituzioni (Zona Bianca), fino all’insorgenza delle differenti malattie (Zona Nera), attraverso la sindrome premetabolica, classica e variante, che rappresenta la Zona Grigia. Si trattava, in altre parole, di analizzare le alterazioni indotte da fattori di rischio ambientali sui mitocondri che presentano una anomala funzione ossido-riduttiva, geneticamente diretta per via quasi esclusivamente materna, la cui gravità è variabile da soggetto a soggetto e, nello stesso individuo, da tessuto a tessuto e da parte a parte dello stesso tessuto. ................. Per concludere, se la teoria patogenetica unificata, oggetto di questo articolo introduttivo, sarà corroborata dai dati della semeiotica sofisticata, raccolti in ampie casistiche, le sue pratiche ripercussioni, sia sulla prevenzione primaria sia sulla terapia delle malattie umane più gravi e frequenti, si riveleranno di notevole valore, come mi consente di affermare la personale esperienza clinica". |