NOVECENTO
Sestri Levante negli anni della guerra
Parte terza: 1940-1945
di
Sandro Antonini
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" i ciottoli"
40
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Presentazione Venerdì 4 Agosto
2017
Sagrato Chiesa Santa Sabina in Trigoso - ore
21
Quando, più di venti anni fa, iniziai a scrivere
Sestri Levante 1940-1945:
gli anni della guerra, decidendo per farlo di ricercare le
fonti originali seguendo un preciso metodo storico, dovetti
confrontarmi con una serie di problemi, che si possono
raggruppare tutti sotto un unico denominatore: quanto trovai
nelle mie ricerche non corrispondeva, se non in minima parte, a
ciò che avevo letto fino ad allora riguardante il periodo. In
altre parole, ero alle prese con una storia «nuova», mai
raccontata, ch’era necessario dipanare in un disegno coerente.
Una storia aderente alla realtà, composta di piccoli e grandi
fatti legati tra loro, rinforzata da una serie di interviste a
personaggi che l’avevano vissuta. Il successo del libro, una
volta pubblicato, fu completo, di gran lunga superiore alle mie
stesse aspettative, tanto che l’unica edizione edita andò
esaurita in pochissimo tempo e, oggi, è assolutamente
introvabile. I presupposti per stamparne una seconda c’erano
tutti ma poi, per una serie di ragioni, l’editore preferì
concentrarsi su un’altra opera e il progetto non venne mai
ripreso.
Così, nell’affrontare questo nuovo «ciottolo», ho pensato di
rivedere quella prima edizione, di arricchirla con successive,
numerose acquisizioni, di eliminare parti di carattere generale
e talvolta specifiche, come per esempio la Resistenza, perché
nel frattempo sull’argomento ho pubblicato altre opere che fanno
storia a sé e che hanno contribuito, e contribuiscono, a colmare
lacune una volta per tutte, come per esempio
Partigiani,
Brigata Coduri,
La Banda Spiotta e il recente
Io, Bisagno. E malgrado i personaggi di maggior rilievo che
diedero appunto vita alla Resistenza nel nostro entroterra
nacquero o risiedettero a Sestri Levante, come il comandante
della Coduri Eraldo Fico, il suo vice e fratello Italo, il
comandante della brigata Zelasco Aldo Vallerio, il primo
commissario Armando Arpe e numerosi altri. Tuttavia, questo non
è un libro sulla Resistenza, né potrebbe diventarlo; lo scopo
che mi sono prefisso è stato quello di descrivere la vita negli
anni 1940-1945 così come venne adattandosi alle contingenze in
un comune di circa 17.000 abitanti, avvezzi a misurarsi con i
problemi di tutti i giorni e con le loro implicazioni, anche di
ordine morale, nell’arco di tempo che ha sicuramente avuto le
maggiori implicazioni, di ogni genere, della storia italiana.
Che, da un certo periodo in avanti, ovvero dopo l’8 settembre
1943 e con il nascere della Repubblica sociale e l’occupazione
tedesca, divennero drammatiche.
È nato quindi, dopo il volume intitolato
Novecento, il cui
sottotitolo è Sestri
Levante e le sue frazioni – Parte prima: 1900-1930, questo
di seguito presentato, il cui sottotitolo è:
Sestri Levante negli anni
della guerra – Parte terza: 1940-1945. Con il tempo, la
giusta concentrazione e, soprattutto, con la disponibilità dei
documenti, a tutt’oggi mancante, mi auguro possano seguire altri
due «ciottoli»: la seconda parte, dedicata al Ventennio e la
quarta, dedicata agli anni del dopoguerra, almeno fino al 1970.
Solo a quel punto il percorso potrà considerarsi compiuto, in
modo da offrire ai lettori un’opera unica dedicata al secolo
delle grandi contraddizioni.
Qualche parola di presentazione sul contenuto del saggio che
segue. Mi sono soffermato sui momenti salienti che, a partire
dalla dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940, giungono al 25
aprile 1945, analizzando soprattutto la vita quotidiana degli
abitanti, i loro problemi, i loro stati d’animo (che da un
iniziale quasi entusiasmo, giunsero dopo un lungo cammino
talvolta doloroso e a seguito di sgradevoli esperienze
personali, alla disillusione e a una consapevolezza nuova, che
aveva smesso di includere il fascismo nelle «voci» di ogni
giorno, sperando in una rapida soluzione di un conflitto
sanguinoso e terribile), i mezzi escogitati per sopravvivere in
una crisi generale in cui la
«voce» alimentazione acquistò un ruolo primario. Al tempo stesso, ho passato in esame i
centri di potere come la Casa littoria, il Partito fascista e le
sue diramazioni, il ruolo del clero, degli operai con le loro
proteste, come gli scioperi; e non ho dimenticato gli scontri
armati, le delazioni, le rappresaglie, la dislocazione delle
difese militari, i bombardamenti e i caduti. Insomma la guerra a
tutto tondo, in cui non mancarono di svilupparsi situazioni
sorprendenti: per esempio e nonostante il progredire del
conflitto e la sua, per l’Italia, involuzione con le grandi
sconfitte militari, le stagioni turistiche, che si tennero con
regolarità e, sia pure in tono minore, fino all’agosto 1943,
quando tutto precipitò mentre il fascismo, caduto per un colpo
di Stato dall’alto il 25 luglio ed eccettuata la breve parentesi
badogliana, tornò a rialzare la testa. Per altri diciannove mesi
riuscì a instaurare, almeno in una parte del Paese, la
cosiddetta Repubblica sociale, voluta da Hitler, orchestrata
cioè dai tedeschi e con a capo – nominalmente – un redivivo
Mussolini che tentò, con una serie di personaggi non di secondo
piano, di dar vita senza riuscirvi a un regime totalitario. Il
rovescio della medaglia, positivo se si vuole, è che in questa
entità non riconosciuta sul piano politico qualcosa funzionò. A
Genova come a Milano o a Sestri Levante. Le fabbriche, gli
uffici pubblici, le scuole, perfino le banche e la Borsa valori,
i mezzi di trasporto, la previdenza sociale e il resto,
nonostante la situazione, non si arrestarono.
Ho cercato, dell’insieme e proprio per l’ampiezza della base
documentaria, che ha arricchito di molti particolari inediti la
ricostruzione, di restituire agli avvenimenti che hanno
contraddistinto la vita di quegli anni credibilità e intensità
rievocativa, in modo da rivivere il clima del momento,
operazione quanto mai difficile, che spero riuscita; di
spingermi nei dettagli collettivi, recuperando immagini e
impressioni che oggi possono apparire desuete, ma che allora
costituirono l’unico modo per procedere e superare una prova che
all’analisi dei fatti fu davvero terribile. E, per sovrappiù,
lunghissima. Quello che alla fine ne uscì fu un paese
indubbiamente provato e più povero e tuttavia felice di
lasciarsi la guerra alle spalle, nonostante le ferite da esse
inferte impiegassero altri anni per guarire. Sestri Levante patì
oltre cento incursioni aeree, che compromisero ma non fiaccarono
il suo apparato produttivo, che anzi cominciò proprio dal 1946
uno sviluppo senza precedenti, unito a uno sviluppo turistico le
cui premesse sono da ricercarsi all’indietro, cioè nel periodo
tra le due guerre e anche durante i primi anni del secondo
conflitto. Oggi la vocazione industriale della località è
fortemente ridimensionata e le grandi aziende agricole che nel
1940 e nel 1941 richiamarono il prefetto, ovvero il massimo
rappresentante dello Stato nella provincia, ad assistere alla
mietitura del grano sono scomparse, inghiottite
dall’urbanizzazione e da nuovi assetti viari. Il turismo, al
contrario, ha avuto grande espansione. Nulla, però, è più uguale
a prima, e su quegli avvenimenti che appaiono lontani si è da
tempo depositato il giudizio dei posteri. Che ha subito,
ugualmente al resto, un forte ridimensionamento, al punto che
l’interesse suscitato si è via via affievolito senza peraltro
spegnersi del tutto. Il saggio potrebbe contribuire a
rinvigorirlo aiutando a comprendere, in parte, il presente alla
luce del passato. Come tutti i precedenti, anche questo libro è
dedicato a Maria Luisa Lucchesi.
SANDRO ANTONINI
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Presentato il "ciottolo" n. 40
La sera del
4 agosto, sul piazzale della chiesa di Santa Sabina, a Trigoso,
si è svolta con grandissimo successo la presentazione del
Ciottolo n. 40, dovuto a Sandro Antonini, dal titolo: "Novecento
- Sestri Levante negli anni della guerra - Parte terza
1940-1945".
La partecipazione, come si può vedere dalle foto, è stata
davvero grande e il pubblico si è mostrato attento e
interessato. E' seguita la proiezione di numerose foto d'epoca,
in una cornice - il sagrato, la chiesa e il paesaggio notturno -
suggestiva come non mai.
E' seguito, a cura delle signore del circolo Acli, un rinfresco.
Cliccare sulle foto, di Sergio Magrone, per ingrandirle
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Hanno parlato del ciottolo:
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