I ponti di S. Anna

I ponti della valle del Fico – Sant’Anna

di Sandro Antonini[1]

La costruzione dei ponti della valle del Fico cominciò appena ultimato il progetto, dovuto agli ingegneri della Serenissima Repubblica i Genova, nel 1793, intitolato: «Progetto della strada Romea carrozzabile da Genova a Sarzana». Si rese necessario un nuovo assetto viario perché, prima di questo, l’unica strada esistente che collegava Sestri Levante (partendo dal ponte medievale di Santo Stefano, come si può vedere dalla carta settecentesca riprodotta) a Cavi e Lavagna, era la «direttissima» che s’inerpicava sulle Rocche, sfiorava la chiesa di Sant’Anna e scendeva verso Cavi (peraltro ancora oggi percorribile). Non era accessibile al transito dei mezzi di allora (carri principalmente), ma soltanto a pedoni e animali da soma. Invece la nuova strada (i ponti venero costruiti per rendere il cammino più agevole e, appunto, percorribile ai carri), che se principiava dal ponte medievale di Santo Stefano si spingeva, verso est e unendosi alla futura via Nazionale, fino a Trigoso (recita il documento relativo al punto: «alla chiesa nuova dei Cavi al ponte di Tregoso a Levante di Sestri»), avrebbe almeno parzialmente risolto il problema. Il costo complessivo dell’opera, compresi i ponti, fu stimato in 115.616 lire genovesi. L’uso di questa strada, però, non si protrasse molto nel tempo, se è vero che intorno al 1811 gli ingegneri di Napoleone – la Liguria era dominio francese, e lo rimase fino al 1814 – progettarono e costruirono la cosiddetta via Imperiale, litoranea, che avrebbe dovuto unire Genova a La Spezia. In realtà rimase un progetto compiuto a mezzo, perché se da Genova si giunse ai primi tornanti del Bracco, da Sarzana ci si fermò a Brugnato. Il tutto venne completato soltanto in un secondo tempo. L’accesso a Sestri Levante però, e viceversa l’accesso a Cavi e oltre, poté attuarsi sfruttando il nuovo tratto viario, pianeggiante e agevole quanto a larghezza, costiero e privo di gallerie. Oggi, gallerie comprese, la cui costruzione e novecentesca, è conosciuta come strada statale n. 1 Aurelia.





[1] Debbo molte di queste notizie alla curatrice del MuSel, dottoressa Marzia Dentone, che desidero ringraziare.