Lo spazio di villa a Sestri Levante in età moderna

a cura di
Andrea Lavaggi

 

 

Tra la fine del Seicento e il Settecento gli esponenti di punta dell’aristocrazia genovese e ligure scelsero territori di villa non più strettamente limitrofi all’area urbana, sperimentando soluzioni moderne: uscire dallo stretto rapporto con la città era infatti una necessità avvertita nelle nuove scelte dell’edilizia di villa e dell’architettura di giardino, ormai orientate a dimensioni territoriali più ampie: la Riviera fu uno dei luoghi privilegiati di questa nuova dimensione. Una nuova attenzione all’estensione della proprietà che si legava ad una concreta tendenza dell’aristocrazia locale a considerare l’opportunità, al di là dei pur evidenti motivi di prestigio, di operare investimenti terrieri produttivi.

Nelle emergenze del territorio di Sestri Levante la villa è indissolubilmente legata al giardino e al territorio: in alcuni casi in una dimensione più tradizionalmente “urbana”, come Villa Sertorio, in altri casi con vie di accesso alla residenza costituite da viali che attraversano le grandi proprietà, alcune pianeggianti – Villa Cattaneo della Volta e Villa Serlupi – altre caratterizzate da scenografiche scalee che risalgono il pendio dei rilievi – Villa Rimassa già Durazzo. Anche Villa Gentile, a Santa Margherita di Fossalupara presenta uno stretto rapporto con il territorio circostante, senza che vi sia una mediazione architettonica; simile è il caso di Villa Fieschi, nei pressi di Trigoso, posta a dominio del territorio limitrofo, a est e a nord del complesso.

Queste ville di’ambito “rurale” continueranno fino ai primi decenni di questo secolo ad essere modelli per l’espressione locale dei villini: ne sono testimonianza a Sestri Levante due splendide ville con annessi terreni, Villa Segesta e Villa detta “delle Pesche

Nel caso di Villa Balbi, già Brignole si tratta invece di una residenza priva di vocazione rurale, inserita nel contesto urbano del centro città, improntata ad un carattere esclusivo di magnificenza.