GIOVANNINO GUARESCHI
TRIGOSO NEL
COMITATO NAZIONALE PER IL CENTENARIO
Sulla facciata della canonica di Trigoso è murato un ciottolo in gres e porcellana, opera dell’artista Alfredo Gioventù, che ricorda un soggiorno di Giovannino Guareschi bambino in terra ligure. L’iscrizione celebrativa fu dettata dal trigosano doc Sergio Stagnaro, u megu d’i rivani quando esercitava, ora per i più u Sergiu.
Lo stesso Stagnaro ha raccontato con particolare intensità come avvenne la scoperta e lo ha fatto sul Fogliaccio, il notiziario periodico dell’associazione culturale “Club dei Ventitre” (23 sta per il numero di lettori che Guareschi affermava di avere), nel dicembre 1997 e nella rivista “Il Medico delle Ferrovie”. Nella primavera di quell’anno si trovò per puro caso, tirato dalla moglie, alle Roncole di Busseto in visita al museo guareschiano, proprio nel momento in cui Alberto Guareschi maneggiava una cartolina partita da
Trigoso a firma di una certa Lenin, Maddalena Lina Castagnola, perpetua di don Chiappe suo zio che, nel 1913, ospitava in casa sua come villeggiante il piccolo Nino. La stampigliatura postale era quella di Riva Trigoso del cui ufficio era titolare Celestino Stagnaro ed il figlio Silvio, padre d’u Sergiu. L’altro nonno, u Nanin, che teneva una rivendita di caccia, stoffe e articoli vari in via Sara, con altri militarizzati part time, perlustrava le gallerie del treno per Moneglia e con uno di essi che veniva da Parma e che frequentava la sua bottega (ora identificato in tale Primo Augusto Guareschi, papà di Giovannino) andava anche a pesca nei pressi de l'Asseu. Da quell’episodio, complice il cervello fumante di Marco Bo, il borgo di Trigoso è entrato a far parte del mondo letterario di Giovannino Guareschi, anche se di riflesso perché fuori dal territorio ideale del Mondo Piccolo guareschiano. Al punto che il comune di Sestri Levante, di cui Trigoso fa parte, è stato invitato a partecipare alla prima riunione del Comitato Nazionale per il Centenario della nascita di Giovannino Guareschi che si terrà a Roma il prossimo 5 settembre. Lo ha annunciato il sindaco Andrea Lavarello, in chiusura della presentazione de “I saraceni a Trigoso” di Raffaele Ciccarelli, il 13 agosto scorso. Il dott Stagnaro, quindi, per caso, per il comparire al suo passaggio di una cartolina del 1913, si trova a ripassare emotivamente tutti i personaggi a lui più cari, le sue radici. E tale stato mette per iscritto.
Ma il Caso, quella causa misteriosa degli avvenimenti umani, sempre imprevedibile ma sempre con origini ben precise, a conoscerle!, si può far partire dall’anno 1993, quando ha inizio una corrispondenza epistolare tra i ragazzi della Scuola media Piero Addobbati di Villanterio in provincia di Pavia ed i fratelli Guareschi, in un’epoca in cui i libri di Giovannino nelle scuole italiane si potevano contare con il lanternino. Avviene che la prof Vilma Neri, figlia di Brunoro Neri guareschiano della prima ora, che ha lasciato una bella collezione della rivista “Il Candido”, fa leggere in classe “La favola di Natale” scritta da Guareschi nel campo di concentramento per tenere su il morale dei suoi compagni di prigionia. Cambiano i ragazzi ma la corrispondenza continua ed è sempre Carlotta che risponde con la verve che ovviamente ha ereditato dal padre e che gli studenti apprezzano molto. Ed è sempre la prof. Vilma Neri, a tutti gli effetti membro permanente del Club dei 23, che promuove gite scolastiche nel mondo di don Camillo e Peppone. Ed è lei in buona parte l’origine non misteriosa dell’incontro al momento giusto de u Sergiu con Alberto Guareschi, con la cartolina della Lenin e di tutto quello che ne è seguito. Perché marito della gemella Marina, anche lei affetta da guareschite come il loro padre.
Prossimamente sarà
sistemato sulla facciata della canonica di Trigoso un grande quadro
delle dimensioni di 3 mt. x 1,80 che si sta realizzando presso
l'ISTITUTO D'ARTE di Chiavari e di cui per il momento diamo una
piccola anticipazione: |