I ciottoli del sagrato della Chiesa di Trigoso
(a cura del Dr. Geol. Luca Viarengo)
1. Il sagrato della chiesa.
La prima osservazione che ci capita di fare quando passeggiamo sul sagrato è la presenza di un ciottolato avente tre colori principali che ne caratterizzano i disegni; si notano infatti pietre scure chiamate Serpentiniti, quasi nere, con “macchioline” verdastre, pietre rossastre dette Diaspri e pietre bianche costituite in prevalenza da associazioni di Quarzo e Calcite.
Conoscerne la provenienza ci aiuta a capire anche un po’ della storia geologica dei dintorni di Trigoso e del Levante ligure, dato che esse sono state raccolte sulle spiagge e lungo i letti dei torrenti che sfociano da queste parti dopo un lungo viaggio in mezzo ai colli e alle montagne levantine. Le tre variazioni di colore rappresentano rocce ben distinte e molto conosciute dai geologi, così come la loro origine, pur essendo le teorie sulla loro storia in continua evoluzione e caratterizzate da studi sempre più approfonditi grazie alle tecniche via via più moderne.
2. Schema geologico della Liguria a levante di Genova. |
Nella figura n. 2 è rappresentata una carta geologica della Liguria di levante schematizzata nella quale sono rappresentate le principali categorie di rocce affioranti in questo settore; le nostre fanno parte delle cosiddette “Unità Liguri Interne del settore Bracco-Val Lavagna” (denominazione che comprende una serie di rocce - chiamate appunto “Unità” - aventi caratteristiche accomunabili a un particolare evento geologico).
Le tre categorie di ciottoli in particolare provengono principalmente dall’Unità Bracco-Val Graveglia per quanto riguarda le Serpentiniti e i Diaspri mentre le pietre bianche sono prevalentemente costituite da Quarzo e Calcite dall’Unità del Gottero. In qualche ciottolo si riconosce calcite proveniente da una Formazione geologica che affiora in tutta la zona intorno a Genova fino a Chiavari, la Formazione dell’Antola, che non rientra nel quadro geologico fatto in precedenza: questi probabilmente sono stati trasportati dalle correnti marine fino alle spiagge di Riva e Sestri e poi raccolti e uniti agli altri.
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3. Immagine a microscopio elettronico (200.000 ingrandimenti) della serpentinizzazione di un olivina (di colore giallo-biancastro con venature scure) |
In particolare le Serpentiniti di questo settore fanno parte di un complesso di rocce chiamate Ofioliti che costituivano durante l’epoca Triassica (che va da 250 a 203 milioni di anni fa) le parti profonde alcuni km, di quello che diventerà nel Giurassico (203-135 m.a.) un vero e proprio oceano come quelli attuali(i geologi per oceano si riferiscono alla presenza sui fondali di una serie di rocce facenti parte della cosiddetta “trilogia ofiolitica”) , denominato Piemontese-Ligure, dato che ricopriva anche questi due territori.
La nascita delle Serpentiniti avviene quando fluidi di varia natura entrano in contatto con rocce magmatiche chiamate Peridotiti (che costituiscono buona parte del mantello terrestre) che ne trasformano a causa della diversità di temperatura e di pressione le caratteristiche interne e quindi anche i minerali che le costituiscono: in particolare l’Olivina
che insieme a Magnetite, Clorite e Pirosseni formano le principali associazioni mineralogiche delle serpentiniti del Levante. Splendidi esempi di queste rocce si trovano in Val Graveglia dove si possono osservare intere pareti di queste rocce che risultano untuose al tatto a causa della presenza di un altro minerale, il Talco.
La formazione dei Diaspri della Liguria orientale è datata a circa 150 milioni di anni fa; essi si trovano in particolare nella zona della Val Graveglia e costituivano i sedimenti di quell’oceano di cui le Ofioliti ne costituivano il fondo: in particolare sono costituiti da silice (il minerale che costituisce la maggior parte delle crosta terrestre) la cui presenza è dovuta in particolare al disgregamento di gusci di molluschi (radiolari) che abitavano i fondali oceanici rimasti intrappolati nei sedimenti sabbiosi al termine della loro vita.
Il colore è dovuto alla presenza nella loro composizione di ematite che insieme al quarzo e a materiali argillosi ne costituiscono l’ossatura.
Data la loro composizione costituiscono i rilievi montuosi più irti dell’entroterra, laddove presenti, perchè difficilmente erodibili dagli agenti atmosferici ma anche i più interessati in passato dalle attività estrattive dato che fornivano enormi quantità di manganese.
Le Calciti e il Quarzo che costituiscono le pietre bianche del sagrato sono di difficile reperibilità a causa della loro scarsa presenza all’interno delle rocce.
Essi infatti si trovano esclusivamente all’interno di fratture (vene) che si formano a causa delle forze che agiscono sulle rocce ed entro le quali successivamente circolano acqua e fluidi; si trovano un po’ in tutte le Formazioni geologiche considerate e ne costituiscono al massimo un 10% del volume totale.
La differenza più immediata tra i due minerali che a un primo sguardo sembrano molto simili è il loro diverso grado di durezza oltre che la loro composizione mineralogica: la calcite è facilmente scalfibile anche con una chiave mentre il quarzo difficilmente può essere rigato.
Se si analizzano i ciottoli del sagrato con più attenzione si può notare che alcuni dei ciottoli bianchi conservano parte della roccia che costituivano: si possono riconoscere parti verdastre (riconducibili a Oficalciti e Serpentiniti ), parti rossastre (Diaspri), parti brunastre (Arenarie e Calcari).