8 agosto
1999:
A ricordo del soggiorno di Giovannino Guareschi a Trigoso, sulla facciata
della canonica è stato scoperto da Carlotta e Alberto, figli dello
scrittore, un ciottolo in gres e porcellana, opera dell’artista Alfredo
Gioventù.
È seguito l’intervento celebrativo dello scrittore Mario Dentone e quello
dell’architetto Domingo Tonini.
L’iscrizione commemorativa sul “ciottolo” è stata suggerita dal trigosano
Dott. Sergio Stagnaro, che ha scoperto questo avvenimento, raccontato sul
“Fogliaccio” nel dicembre 1997.
Nella primavera di quell’anno, il Dott. Stagnaro
assieme alla moglie si recò a Roncole di Busseto in visita al museo
Guareschi. Il caso volle che in quel momento Alberto Guareschi avesse fra le
mani una cartolina partita da Trigoso. La firma era di una certa “Lenìn”,
Elena Castagnola, perpetua dello zio don Chiappe che, dal 1913 e per alcuni
anni successivi, aveva ospitato nella sua casa, come villeggiante, il
piccolo Nino. La stampigliatura postale era quella dell’ufficio di Riva
Trigoso, di cui era titolare Celestino Stagnaro e il figlio Silvio, padre
del citato Dott. Stagnaro. Il nonno materno di Sergio, “u Nanin”, gestiva in
Sara, località non distante da Trigoso, una rivendita di articoli per la
caccia, stoffe e generi vari. In quegli anni "Nanin" era stato militarizzato
e incaricato, a turno con altri, di perlustrare le gallerie ferroviarie
verso Moneglia. Uno di questi incaricati frequentava la sua bottega, era
originario di Parma ed era Primo Augusto Guareschi, papà di Giovannino.
Diventati amici, andavano a pesca nei pressi de “l’Asseu”, lo scoglio che si
erge a levante del Golfo di Riva.
Da quell’episodio, il borgo di Trigoso è entrato a far parte del mondo di
Giovannino Guareschi.
Al termine della cerimonia, sempre sulla facciata della canonica della
Chiesa parrocchiale di S. Sabina, è stata inaugurata una meridiana, opera di
Andrea Stagnaro.
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