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Statua processionale di sant'Agostino Roscelli
Chiesa di San Martino - Bargone |
IL CONFESSORE SANTO
Lo squallore di tante desolanti situazioni, la gravità di
tanti problemi senza possibili soluzioni e, soprattutto, lo smarrimento di
tante coscienze abbastanza sensibili al male per non sentirne tutto
l'opprimente peso ma troppo indifese per poterlo combattere, al suo
confessionale trovano, immancabilmente, ove riversarsi per essere accolti e
sofferti da quell'uomo scelto da Dio quale strumento di luce, di speranza e
di salvezza.
L'APOSTOLO DEGLI EMARGINATI
Non sempre è indispensabile, per essere partecipi di una
realtà, agire come elementi determinanti o incidere con la forza delle
proprie iniziative sul corso degli avvenimenti.
Si può riempire di sé un ambiente solo col contributo di un esempio di vita
coerente con i propri principi; si possono infrangere le opposizioni più
ostinate più con la forza dignitosa del silenzio, con la pazienza di chi sa
attendere fiducioso in Dio, che non con l'operosa industria di chi confida
soprattutto nelle proprie risorse.
Questo è riuscito ad insegnare concretamente «l'umile Prete di ieri»
continuando, mentre altrove si discuteva e ci si esibiva, a battezzare, a
confessare, a confortare, a catechizzare, a visitare gli ammalati e i
carcerati: a fare, insomma, tutto quello che un Sacerdote deve fare, senza
farsi notare.
E seppe veramente scegliere, per sé, la parte migliore.
IL CAPPELLANO DEL BREFOTROFIO
Sul mondo di tante infelici ragazze, vittime del vizio e dello sfruttamento,
che fuggivano furtivamente nell'ombra dopo aver deposto la propria,
innocente creatura nell'anonima ruota del Brefotrofio soffocando in cuore la
voce prepotente del rimorso...
... su quel mondo di angoscia e di colpa, che molti intuivano ma che ognuno
fingeva di ignorare, Don Agostino Roscelli ebbe l'intuito e il coraggio di
fermare e fissare lo sguardo, per penetrarvi fino in fondo con illuminata
lungimiranza,
facendo così propria una causa che solo oggi, a più di un
secolo di distanza, è giunta ai vertici della cronaca.
L'UOMO
I distintivi per eccellenza della spiritualità di Agostino Roscelli sono
l'umiltà e il silenzio, accompagnati da un esteriore riservato e quasi
schivo, vera garanzia di poter servire liberamente Dio e gli uomini: cosa
che non si verifica mai nel chiasso e nell'esibizione.
La serietà è sempre la via più logica con la quale le anime veramente grandi
celano in sé l'opera di Dio.
La non fedeltà al modello calligrafico tipico dell'epoca indica forte
creatività, coraggio nel l'accettare soluzioni di vita nuove ed intentate,
capacità di vincere l'innata ritrosia e la scarsa fiducia nelle proprie
risorse per farsi carico di grandi responsabilità, nonostante i contrasti e
le avversità, perché ancorato essenzialmente alla sfera ideate, cioè a Dio,
verso cui risultano polarizzati tutti i tratti grafici dell'intero contesto.
IL SACERDOTE
Don Agostino Roscelli è stato l'autentico sacerdote, nel senso più genuino
del termine, che il Concilio Vaticano 11 auspica e propone come modello ad
ogni degno ministro di Dio, in quanto capace di realizzare in sé e di
lasciar trasparire fuori di sé, attraverso la lineare coerenza del
comportamento, la perfetta sintonia tra l'amore ardente di Dio e lo zelo
irrefrenabile verso il prossimo.
IL CURATO ESEMPLARE
Pienamente conscio dell'importanza del compito assegnategli e della gravita
del t'impegno assunto, lo assolve fedelmente come un servizio doveroso, ma
non mai appariscente, adottando fin dall'inizio della sua attività
apostolica lo stile evangelico del nascondimento, del lavoro sotterraneo,
dell'eroismo senza spettatori.
L'ASSISTENTE DEI CARCERATI
Solo Dio può annoverare quante anime incallite dal vizio, degradate dall'
immoralità ed ottenebrate dall'odio e dal risentimento l'umile Prete seppe
dischiudere alla fiducia nell'infinita misericordia di Dio!
In quello squallido luogo di pena egli porta luce e conforto a chi, forse, è
più infelice che colpevole, più inasprito che cattivo, più carente d'amore
che pervaso di odio, più desideroso di perdono che assetato di vendetta.
L'EVANGELIZZATORE
SOLERTE
Schivo di ogni ostentazione o anche solo di far notare
comunque la sua presenza nella vita, non si preoccupa di dare una veste di
convenienza alle sue prediche.
Egli espone così, come è solito parlare, con modestia e franchezza e tu
senti che ciò che dice gli viene dal cuore ed è maturato nella preghiera e
nella riflessione abituale ad un animo il cui sguardo, avulso dalle cose
esteriori, si concentra nell'intimo, nel sole divino che lo illumina e lo
riscalda di fiamma perenne.
Non si preoccupa di piacere, Don Roscelli, ma soltanto di scavare nel
profondo dell'animo dell'uditore come un trapano a volte fastidioso e
doloroso, ma indispensabile allo scopo di eliminare la carie che ne minaccia
la salvezza eterna.
Scopo primario del suo dire non è accarezzare l'orecchio con eleganti
parole, non appagare l'intelletto con suadenti argomentazioni, non lusingare
la fantasia con piacevoli narrazioni, non stuzzicare l'attenzione con
indulgenze retoriche, ma solo richiamare all'essenza pura e schietta del
messaggio evangelico in tutta la sua integrità e alla necessità di seguirne
i salutari e ineludibili insegnamenti.
IL FONDATORE ISPIRATO
«Da Don Roscelli in continua preghiera» sono parole di S.E.
il Cardinale Giuseppe Siri «emanava un calore travolgente che scaturiva da
un fuoco interiore alimentato dalla grande carica dell'amore di Dio e dal
suo inserimento nella luminosità della Grazia.
Le ricchezze del Vangelo sono disvelate alle anime quando la perfezione del
soggetto agente ha raggiunto una considerevole carica di santità.
Per noi è estremamente difficile seguire le articolazioni di questa azione
soprannaturale, specialmente con uno che tace sempre, perché non ha canoni
umani.
E certo, però, che la fondazione sicura, contrastata e pur solida e durevole
di una Congregazione Religiosa è, per quanto ne sappiamo, il più esplicito
documento della nascosta e santa vita di Don Agostino Roscelli».
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