PIEVE DI S. STEFANO DEL PONTE IN SESTRI LEVANTE

PLACIDO TOMAINI, Brugnato Città Abbaziale e Vescovile, 1957

« Splendida gemma della riviera orientale di Genova è la graziosa cittadina di Sestri Levante, nota da remotissimi tempi sotto il nome di «Segesta Tigulliorum ». « Segesta » pare che fosse una divinità pagana invocata dagli agricoltori sulle loro messi e fu detta « Tigulliorum », perché gli abitatori di questo lido, di questi colli si designavano coll'appellativo di popoli « Tignila » e per distinguerla da altri popoli di altre regioni.
Plinio, parlando degli antichi sacerdoti presso i Romani e degli antichi sacrifìci, dice che : « Numa instituit deos fruges colere. . . Hos enim
deos tunc maxime noverant, Seiamque a serendo, Segestam a segetibus appellabant quarum simulacra in circo videmus ». Seia e Segesta erano dee che presiedevano alle biade ed alle messi, la prima alla seminagione, a seconda alla mietitura e da ciò possiamo dedurre che nel territorio sestrese l'agricoltura fu sempre apprezzata e non è trascurata oggidì, poiché abbonda non solo di frutti, di erbaggi, di biade, ma ci si ricava ottimo olio e vino eccellente.
In tempi più leggiadri, il latino « Segesta » fu italianizzato in Sestri (o Siestri, come canta l'Alighieri), cui fu aggiunto di Levante per distinguerlo da Sestri Ponente, l'antica « Sextum », cioè la sesta pietra milliaria, che è nella riviera occidentale, alla distanza di circa sei chilometri da Genova, sulla via che conduce a Savona-Ventimiglia. La città di Sestri non è antichissima ; fu un tempo in- cui il lido era deserto, l'isola era selvaggia e forse pochi pescatori abitavano in riva al mare. La vetusta pieve di S. Stefano ed Arcipretura di Sestri sta più in alto. Quanto fosse importante si deduce dal numero delle chiese sulle quali l'Arciprete aveva giurisdizione nel 1311, cioè : S. Maria in Soriana, S. Nicolo nell'Isola, S. Cristoforo in Loto, S. Martino in Montedomenico, S. Giovanni in Candiasco (Casarza), S. Michele in  Candiasco (Casarza), S. Colombano in Noano (di Casarza), S. Martino e S. Maria in Bargone, S. Bartolomeo in Statale, S. Quirico (S. Bernardo delle Cascine), S. Margherita in Fossa Lupara, S. Lorenzo in Arzeno, S. Maria in Nascio, S, Lorenzo in Velazo (Verici), S. Maria in Massasco, S. Stefano in Salterana, S. Pietro con S. Vittoria in Libiola, S. Sabina con S. Adriano in Trigoso,  S. Bartolomeo di Ginestra e più tardi quella dei Santi Eufemiano e Pietro in Barassi»
(1).
La Collegiata di S. Stefano del Ponte fu eretta nel 1015 con Bolla di Benedetto Vili e constava dell'arciprete, quattro canonici e un chierico.

ll Pievano ne era la prima dignità col titolo di arciprete, titolo che conserva ancora oggi, sebbene i canonici non possano essere più nominati, perché la S. Congregazione del Concilio con decreto del 14 aprile 1725 rispose « Negative » al dubbio : « An constet de collegialitate ecclesiae Sancii Stephani Pontis Sigestri », poiché la citata Bolla del 1015 è apocrifa e comandò che non fosse più riproposta la questione. La diocesi di Genova era composta di 28 plebanie o arcipreture, 14 nella parte occidentale e 14 ad oriente, fra le quali hanno belle pagine di storia le pievi di Rapallo, Lavagna e Sestri che occupavano tutta la lunga strìscia di littorale da Portofino a Sestri.
II rè Berengario I il 23 giugno 909 confermò alla Basilica di S. Giovanni in Pavia i beni, che la stessa possedeva in Liguria, tra i quali «quandam absentem terram » in Sestri ; lo stesso facevano rè Rodolfo con diploma del 924 e Rainaldo, vescovo di Pavia, nel 1045.
Di questa antichissima pieve di S. Stefano si fa pure menzione in un livello del 1012, ove « in loco et fundos Sigestri » si accenna al prato «Sancti Stephani ».

Le terre della Pieve di S. Stefano nel territorio di Sestri compaiono due volte in un livello concesso, nel dicembre del 1034, da Oberto, vescovo di Genova. Prima del 1143 l'Arcivescovo di Genova riscuoteva «prò conditione » dalla Pieve di Sestri 14 soldi e 60 « octonias ».
Il papa Eugenio III, prendendo nel 1150 sotto la sua protezione la Chiesa Genovese, le confermava il, godimento'di tutti i redditi, decime e proprietà, tra cui tutto ciò che spettava agli Arcivescovi nelle valli di Lavagna e di Sestri. Tra questi erano vistosi quelli provenienti dall'ancoraggio delle navi, che costituivano la decima del mare ; ed il 26 dicembre 1191 Bonifacio, arcivescovo di Genova, dava in locazione ai figli del fu Castagnolo da Sestri la decima del mare che si raccoglieva presso Sestri e dalla Pieve di Lavagna sino a Portovenere.
Prima del 1143 le decime del piviere di Sestri erano divise in quattro parti, delle quali una spettava agli arcipreti di S. Stefano del Ponte.
Infatti il 16 dicembre 1351 l'arciprete Gaspare presentò alla Cùria di Genova una bolla pontificia, il cui tenore andò perduto e noi abbiamo soltanto la notizia che Alessandro III (papa dal 1159 al 1181) concesse da Ugo o Ugone, arciprete della Pieve di S. Stefano di Sestri, il privilegio e confermò la quarta parte di tutte le decime del piviere di detta Pieve, come allo stesso Arciprete ed alla stessa Pieve era stato concesso dall'Arcivescovo di Genova.

Nel gennaio del 1151 i Consoli del Comune di Genova esposero che i loro antecessori del 1148 avevano donato trenta tavole di terreno nell'Isola di Sestri alla Chiesa della Pieve di S. Stefano, ed i canonici di essa avevano promesso di trasferire la Pieve dal Ponte nell'Isola, ma essendosi rifiutati in seguito di mantenere i patti, sentenziarono che la donazione fosse annullata e che l'edificio fatto dai Canonici fosse atterrato.
Il piviere di Sestri è nominato in atti del 24 marzo 1186 e del 17 maggio 1212 riguardanti le decime spettanti all'arcivescovo di Genova Ugone.
Nel 1217 l'arciprete Giovanni è accusato di avere prodotto la morte di un sacerdote, ma, essendo stata fatta la denuncia ad un laico, al giudice del Podestà, che iniziò il processo, gli accusatori furono scomunicati dal Pontefice ; onde essi, l'undici dicembre, radunati nel palazzo arcivescovile, inoltrarono appello alla S. Sede. L'Arciprete dovette necessariamente provare la sua innocenza e il 5 marzo 1222 fu eletto canonico della Cattedrale di Genova. Gli successe Ugo, che il 29 aprile 1224 fu testimonio in Genova ad un appello per causa matrimoniale.
L'importanza della Pieve di Sestri risulta pure dalla costituzione della podesteria. Quando, alla fine del secolo XII, la diocesi di Genova fu divisa in podesterie, le quattro pievi di Sestri Levante, Castiglione Chiavarese, Moneglia e Framura furono date a reggere ad un podestà con sede a Sestri, ed il « forum » di S. Michele di Sestri di cui è ancora menzione in un atto del 31 maggio 1248, ricorda uno di quei mercati, che sino dai primi tempi si facevano presso le pievi cristiane per ovviare agli inconvenienti che si verificavano nei mercati pagani.
Del Consolato Sestrese si hanno pure ricordi antichissimi. I Consoli del Comune Genovese, i quali lasciarono l'ufficio il 2 febbraio 1158, durante il loro consolato di un anno scrissero ai consoli di Sestri di non turbare o far turbare il possesso legittimo che l'Arcivescovo di Genovaaveva in Sestri per la riscossione delle decime e delle pensioni.
Il 23 luglio 1285 il pontefice Onorio IV scriveva da Tivoli all'Arcivescovo di Genova di indurre il Comune di Genova a mandare alla Santa Sede appositi rappresentanti, perché il Comune si opponeva che i Fieschi conti di Lavagna, eleggessero annualmente, come per il passato, due consoli in Lavagna e due in Sestri, tanto più che la vertenza era già stata sopita dallo stesso pontefice Innocenze V. I Fieschi, fin dal 23 novembre 1166, avevano ottenuto il privilegio di eleggere due consoli in Lavagna e due in Sestri
(2).
Nel 1239 risulta arciprete un altro Ugo o Ugone, come dimostrano
 questi due documenti trattanti l'elezione di un canonico. Il primo del 23 gennaio 1239 dice : « Nos Rubaldus Praepositus Januensis et Jacobus canonici Plebis de Sigestro conferimus tibi Ugoni archipresbytero dictae Ecclesiae vota nostra et voces nostras ad eligendum canonicum in dieta Plebe » ; il secondo del 5 febbraio 1239 : « Nos Rubaldus Praepositus, et Magister Joannes archidiaconus Januensis Domini Octonis Januensis Archiepiscopi vicarii, concorditer confirmamus et approbamus et ratificamus electionem concorditer factam per Archipresbyterum et Capitulum Plebis de Sigestro, de Gracido Clerico et fìlio Calvi de Petra Rubea in canonicum et fratrem dictae Plebis» (3).
Il 28 luglio 1273 Gualtiero da Vezzano, arcivescovo di Genova, conferma reiezione di un certo Andriolo, figlio di maestro Cancellarlo, a chierico di S. Margherita di Fossa Lupara ; elezione fatta dall'arciprete Loterio e dal Capitolo della Pieve di Sestri Levante il 31 dicembre 1272 (4).
Il 29 marzo 1280 il Vicario dell'Arcivescovo di Genova scriveva al Podestà di Sestri Levante di tessere l'inventario dell'eredità del fu Loterio, arciprete di Sestri Levante (5).
Il 19 aprile 1299 è arciprete un certo Guglielmo di Cogorno il quale, essendosi reso vacante un canonicato, il 7 luglio 1311 con altri tré canonici nici cedeva, per tale volta soltanto, il diritto d'elezione a Porchetto Spinola, arcivescovo di Genova. Nel 1311 l'arciprete Guglielmo figura per sé e per i ministri delle cappelle della sua Pieve nella procura di tutto il Clero di Genova e della diocesi genovese (6).
Nel 1387 la « Plebs de Sigestro » è tassata per 12 soldi e 6 denari di quel tempo ed è elencata nel « Catalogus Ecclesiarum et monasteriorum dioeceseos Genuensis » compilato in occasione dell'imposizione della tassa sulle chiese ed altri luoghi pii da parte di papa Urbano VI, il quale si trovava aggravato di debiti in conseguenza di guerre e scismi  II 3 febbraio 1506 la cappella di S. Anna eretta da poco tempo nei confini della parrocchia, fu unita alla Pieve di S. Stefano del Ponte Nel 1535 era arciprete un certo Corrado, come consta dalla seguente iscrizione posta nel campanile : « + D. Coradus de Fratis Bardonensis hujus Basilicae Archipresbyter hoc opus jam vetustate labens restauravit anno Domini 1535 die IX Junii».
Da questa Plebania furono separate nel 1670 la parrocchia di S Bernardo delle Cascine e nel 1678 quella di S. Margherita di Fossa Lupara
come dirò trattando più ampiamente di ciascuna parrocchia.
Nel 1739 la Plebania contava 899 abitanti.
Fra i recenti arcipreti merita una particolare menzione mons Angelo Callegan. Nacque a Brugnato il 2 febbraio 1851. Fece gli studi ecclesiastici nel fiorente Collegio della Missione in Sarzana. Fu ordinato sacerdote da mons. Giuseppe Rosati il 19 settembre 1874 e subito inviato in questa vetusta Pieve m qualità di vicario cooperatore allo zio don Carlo Callegari. Nel 1878 fu trasferito a Brugnato e nominato canonico e curato della Chiesa Cattedrale, dove rimase per quasi un venticinquennio, dando prova di zelo, di pietà e di amore allo studio ed al raccoglimento.
Nel 1901 fu promosso arciprete di S. Stefano del Ponte, succedendo alio zio don Carlo. Mediante la sua opera intelligente, la Chiesa plebana lui trasformata ; ora si presenta in bella forma architettonica ed è ricca di pitture pregevolissime. Fu larghissimo nel dare ai poveri e la carità sacerdotale infiorò la sua vita. Coltivò con amore le lettere, ma molto più la vita spirituale del suo popolo ; fondò e diresse le congregazioni delle Figlie di Maria e di S. Orsola, la Società di Mutuo Soccorso S. Giuseppe ed istituì i vani rami dell'Azione Cattolica che vive fìorentissima in parrocchia. Una speciale benemerenza si acquistò nell'opera delle vocazioni ecclesiastiche tanto a Brugnato che a Santo Stefano.
 Uomo di attività .notevole, di grande erudizione e di profonda pietà ebbe la massima fiducia dei vescovi Giovanni Carli e Bernardo Pizzorno, tanto che nel 1908 fu nominato provicario generale ed officiale per la diocesi di Brugnato, cariche che tenne per due anni. Ebbe due onorifìcenze pontificie: prima quella di Cameriere d'Onore e poi quella di Prelato Domestico nel 1924. Fu per molti anni direttore delle suore «Maestre Pie » di Sestri Levante. Nel 1924 celebrò il giubileo di cinquant'anni
di ministero sacerdotale e parrocchiale. Morì il 24 ottobre 1932 nella sua canonica, lasciando un largo rimpianto ed una cara eredità di affetti nel clero e nel popolo. Il dotto e pio Monsignore fu una delle più belle figure della diocesi di Brugnato.


(1) REVELLI, II Carme/o di' S. Stefano del Ponte.
(2) Atti della Società Ligure di Storia Patria, voi. XXXIX, pag. 734-740.
(3) Atti del maestro Salmone, pag. 166, nell'archivio dei notai di Genova.
(4) Atti della Società Ligure di Storia Patria, voi. XXXI, parte I, pag. 309.
(5) Atti citati, parte II, pag. 309.
(6) DOMENICO Muzio, Clero di Genova, già citato.