Restaurato l'organo
parrocchiale
Da giugno il pregevole organo era in restauro dopo 91 anni di "onorevole
servizio" (era stato inaugurato il 22 settembre 1912).
Il giorno di Tutti i Santi durante la S. Messa delle 11 si è potuto nuovamente
sentire la sua voce e domenica 21 dicembre alle 15,30 sarà inaugurato
ufficialmente con un concerto del quale a breve illustreremo il programma con
i nomi degli esecutori.
L’organo “Mascioni” della Chiesa di S. Stefano del Ponte in Sestri Levante.
L’organo della Chiesa di S. Stefano del Ponte in Sestri levante è stato costruito da Vincenzo Mascioni nel 1912, si trova nella cantoria soprastante il portale d’ingresso ed è inserito in una cassa lignea intagliata addossata alla parete di controfacciata.
Si tratta di un pregevole strumento che rispecchia appieno le caratteristiche costruttive e “fonico – stilistiche” dell’epoca, chiaramente ispirate agli ideali di quel movimento, detto “Ceciliano”, di riforma dell’organo, sbocciato a fine ottocento e protrattosi nel primo cinquantennio del novecento.
Usciti da un periodo di “rifiuto” dell’organo “bandistico – orchestrale”, si ricercava quella purezza di timbro tipica dell’organo classico italiano, dando un posto di primo piano alla sonorità del “Ripieno” ed evitando registri chiassosi di “imitazione” molto diffusi negli organi ottocenteschi. Si inserivano allora registri particolarmente dolci, fornendo all’organista capace, una tavolozza di colori nuova ed affascinante per l’epoca. Tecnicamente erano state abbandonate le trasmissioni meccaniche, a quei tempi particolarmente rumorose, a favore di un nuovo sistema di tipo pneumatico: i tasti, invece di muovere tutta una serie di tiranti e catenacciature per aprire le valvole delle canne, aprono direttamente delle piccole valvoline che, immettendo aria in un complicato sistema di tubetti, fanno muovere delle borsettine in pelle d’agnello, cui spetta il compito di alimentare le canne. Tale sistema permetteva di avere tastiere dal tocco leggero e preciso e di svincolare la consolle dal corpo dell’organo distanziandola anche di parecchi metri, inoltre si poterono introdurre tutta una serie d’accorgimenti pneumatici per agevolare l’organista nel cambio dei registri durante l’esecuzione di brani particolarmente impegnativi. Il sistema trasmissivo “pneumatico – tubolare” però, era, ed è, piuttosto delicato, necessita di regolari manutenzioni e soffre il clima secco, in particolare durante i mesi invernali quando giornate fredde e ventose, associate a sistemi di riscaldamento ad aria forzata, possono arrivare a renderlo inutilizzabile. Per questo motivo oggi si è tornati al sistema meccanico; tuttavia gli strumenti giunti fino a noi a tramissione “pneumatico – tubolare”, sono particolarmente pregiati e, rodati dal tempo, offrono grande affidabilità ed una sorprendente “prontezza” acquistando grande valore storico ed artistico.
Sulla linea di quanto detto è indubbio il pregio dello strumento di S. Stefano, costruito con materiale di grande qualità e con particolare cura. La consolle è inserita nella nicchia alla base dell’organo ed è rivolta verso l’altare maggiore; è dotata di due tastiere ed una pedaliera, al suo interno sono inseriti tutti i comandi per l’attivazione dei vari registri (voci) e delle combinazioni degli stessi. Dalla consolle parte la grande quantità di tubicini in piombo che portano il comando all’interno dell’organo, qui troviamo i “somieri” che alimentano le canne, in questi sono contenute le borsettine in pelle dette “membrane”. Le canne sono di varia forma e misura per ottenere i vari timbri e le diverse note; alcune sono in legno, quadrate, altre in metallo (lega di stagno e piombo), alcune tappate per produrre suoni più gravi, altre a doppia lunghezza per suoni “armonici”. Le canne sono ordinate in varie “file”, dalla forma omogenea ma dalla grandezza decrescente, formando i registri. I registri sono attivati dall’organista che può scegliere quali inserire, formando così effetti sempre nuovi e particolari. L’aria che alimenta le canne è prodotta da un elettro-ventilatore ed è tenuta a pressione costante da due capienti mantici.
Abbiamo così un organo capace di sonorità molto dolci che possono via via arricchirsi fino a raggiungere grande robustezza e potenza. La presenza di numerosi registri “di fondo” dona a quest’organo un timbro pastoso, sono infatti rappresentate tutte le famiglie di registri: i Principali, con il Ripieno, i Flauti ed i Bordoni, le Viole, i registri “battenti” come Voce Umana e Coro Viole ed infine le “ance”, rappresentate dal Cromorno. Lo strumento si presta così all’esecuzione di un vasto repertorio che spazia dall’epoca classica sino ai giorni nostri, tuttavia esso è particolarmente adatto al repertorio italiano “tardo romantico” trovando in questo il massimo risalto delle proprie caratteristiche foniche.
Sestri Levante, 08.nov.2003 Il tecnico accordatore: Franco Nicora.
Scheda tecnica dell’Organo ‘MASCIONI’
Due tastiere di 58 tasti, pedaliera di 27 pedali.
Prospetto diviso in tre campate di 5 – 9 – 5 canne appartenenti al registro Armonico 8.
Registri azionati da placchette a bilico poste su due file sopra la II tastiera.
Pistoncini per le combinazioni fisse, per la combinazione libera, per l’annullatore del Cromorno e per il crescendo.
Pedaletti per combinazione libera, accoppiamento d’ottava, ripieno e forte generale.
Staffa per l’espressione della II tastiera cui è associato il crescendo, se attivato con apposito pistoncino.
Trasmissione Pneumatico Tubolare.
Disposizione fonica:
I tastiera: Canne:
Principale 8 58
Flauto 8 58
Dolce 8 58
Ottava 4 58
Decimaquinta 2 58
Cromorno 8 58
Voce Umana 8 58
Ripieno (a pedaletto) 348
II tastiera:
Principale 8 58
Bordone 8 58
Viola 8 58
Salicionale 4 58
Flauto 4 58
Coro Viole 8 80
Pedale:
Subbasso 16 27
Armonico 8 27
Tot: 1178
Unioni:
I al Ped.
II al Ped.
II al I
Grave II al IAcuta al I (a pedaletto)
Sestri Levante, 08.NOV.2003 Il tecnico accordatore: Franco Nicora