VILLA BALBI
(già BRIGNOLE)
Il Palazzo Brignole, poi Balbi coniuga il modello architettonico alessiano, un blocco quasi cubico provvisto di due logge - diffusosi a Genova dal quinto-sesto decennio del Cinquecento con l’attività di Galeazzo Alessi - con quello più monumentale proprio degli ultimi decenni dello stesso secolo e degli inizi del successivo. La facciata principale a levante è caratterizzata da una loggia al piano nobile, rivolta verso il borgo collegata all'asse viario mediante un viale esistente, ma non utilizzato. L’affaccio verso ponente ha aperture trattate in modo seriale ed ha acquistato importanza con la costruzione dell'attuale viale delle Rimembranze. Il Palazzo nel 1648 risultava già accatastato; fu eretto probabilmente da Giambattista Brignole, che visse costantemente a Sestri Levante. Il figlio Gio. Carlo Brignole a Sestri si occupò del Palazzo di famiglia arricchendolo del meraviglioso giardino che tuttora lo circonda. A fine Ottocento furono modificate le ali e aggiunte le decorazioni esterne. Alla sommità la caratteristica cimasa delle ville genovesi con lo stemma gentilizio. Il passaggio tra le due facciate venne trasformato in atrio chiuso. Le decorazioni dell’interno dell’inizio del XX secolo sono dovute a Gino Coppedè. Nel 1947 la villa fu adibita ad albergo.
Il Palazzo Balbi fu la sede preferita di molti personaggi: nel 1714 ospitò Elisabetta Farnese, sposa di Filippo V; nel 1821 accolse Vittorio Emanuele II, Re di Sardegna. Nel 1853, dopo la morte del Cardinale Giacomo Brignole -patrizio genovese (1797-1853), che qui dimorò e morì - i nipoti Balbi vennero in possesso dell'edificio (il marchese Vincenzo Balbi, la figlia Marchesa Francesca Balbi e il consorte, Conte Gerolamo Valier di Venezia).