VILLA RIMASSA
(già Durazzo)

Villa Rimassa

La Storia
Interrotasi alla fine del Seicento la fase ascendente della famiglia Balbi, parte del patrimonio della famiglia passò, in parte per via ereditaria, in parte di acquisto, ai Durazzo. Le ricchezze acquisite nel XVII secolo avrebbero consentito all’intero gruppo famigliare dei Durazzo di muoversi con disinvoltura nel mercato artistico del Settecento, caratterizzando anche una nuova stagione di grande edilizia di villa.  
La forma e la posizione attuale della Villa – adagiata nella piana di Santo Stefano del Ponte - sono definite nel catasto napoleonico: il complesso non compare in nessun’altra carta storica precedente al catasto.  Dunque si può pensare come periodo della sua edificazione gli anni sul finire del XVIII secolo: nel Catasto del 1798 Cesare Durazzo compare come proprietario proprio della “Residenza al Carmelo”, ma già Nel Libro dei Trapassi del Cadastro del Borgo in data 8 marzo 1655 troviamo proprietario dei terreni i Durazzo, e in particolare Cesare Durazzo, (1593-1685) di Pietro, che fu Doge della Repubblica dal 1665 al 1667. A fine ottocento fu di proprietà della famiglia "Serlupi".

Il complesso

Il viale principale giunge ad una piazza semicircolare con le eleganti ali delle due case coloniche, articolate in due corpi planimetricamente simmetrici e costituenti un’esedra imperniata sull’asse della scalea che conduce a Villa Rimassa. Al piano terra della case coloniche si trovavano le stalle, i magazzini, le cantine; al primo piano presumibilmente abitavano i coloni. L’effetto scenografico è dato proprio dalle due scalinate che si snodano per convergere tra terrazze e nicchie fino alla sommità dell'altura ove si trova la villa fra essenze arboree d'alto fusto. L’insieme appare ancora privo di modificazioni accettabili, tanto che si può ritenere un insieme statico. Di importanza eccezionale sono le alberature tra le quali spiccano essenze pregiate e rare, quali maestosi cedri del Libano, lecci secolari e grandi alberi di canfora.  Questa singolare integrazione tra configurazione residenziale e produttivo-agricola permette di considerare questo sistema di villa come uno dei più interessanti esempi di organizzazione del territorio agrario di Sestri Levante. La tradizione agricola e commerciale di questa zona è peraltro documentata già nel corso del XV secolo.