DALLA SOCIETA' ESERCIZIO BACINI ALLA FINCANTIERI
di
Presentato Sabato 13
Aprile 2013 a cura di
Giorgio "Getto" Viarengo
Mi è capitato leggendo l’importante produzione letteraria a disposizione sulla storia del nostro territorio di incappare, a proposito della data di fondazione del cantiere rivano, in una serie di discordanze proposte da autori diversi che sono all’origine dell’impegno che alla fine ha sollecitato questo mio lavoro. Una data il pretesto, ma in tutta sincerità come avevo già auspicato nel mio libro “Storia di Navi” sentivo la necessità di conoscere quanto era accaduto nel corso del secolo che ha separato la data dell’impianto dei cantieri dai giorni nostri. Premesso che la ricerca svolta non ha alcuna ambizione di esaurire il tema che per la molteplicità degli argomenti che propone e per lo spazio di tempo che la riguarda offre numerose possibilità di approfondimento, devo confessare che alcune considerazioni svolte si affidano a intuizioni che, pur seguendo un filo logico, non ho potuto adeguatamente documentare. Inoltre non mi sono adoperato a sufficienza per esaminare la documentazione che certamente esiste, almeno lo spero, negli archivi della Società, non per pigrizia o per timore di incappare in un rifiuto ma solamente perché l’intento iniziale aveva l’obiettivo minimale della definizione delle origini di una semplice data. Poi via via che stendevo gli appunti di quello che sarebbe dovuto diventare nelle intenzioni un capitolo del secondo volume di “Storia di Navi” l’esame di documenti, planimetrie, immagini fotografiche mi hanno costretto ad ampliare lo spettro d’intervento facendo si che scaturissero le pagine che seguiranno e che auspico, avrete la bontà di leggere. In verità mi sono chiesto stupito come così efficaci studiosi della storia della nostra comunità, che hanno compiuto importanti ricerche e scritto testi di assoluto valore abbiano potuto equivocare nell’indicare la data di fondazione del cantiere rivano. Ho quindi cercato di dare al quesito una risposta documentata, incontrovertibile e definitiva. Per precisare bene la mia riflessione ho dovuto compiere una dissertazione glottologica sul verbo fondare; in primo luogo mi sono chiesto quando sia possibile individuare la data di fondazione di una qualsiasi cosa: nel primo pensiero? Nel primo scritto? Nel primo atto o in quant’altro? Non sciogliendo questo nodo sarebbe diventato davvero difficile stabilire una data certa. Poi se si vuole un poco retoricamente, mi sono domandato, la fondazione di Roma è attribuita al momento e al giorno in cui Romolo traccio il solco alla guida dei celebri buoi o a quando gli venne l’idea? Cercò il luogo? Preparò l’attrezzatura per compiere il gesto? La risposta al quesito è stata trovata consultando l’utile e amato dizionario della lingua italiana che occupa da sempre nella mia libreria un posto di primo piano; alla voce fondare v. tr. è attribuita al punto 1. assol. la seguente definizione: “Gettare le fondamenta di una costruzione / costruire stabilmente, in vista di uno sviluppo nel tempo e nello spazio”. L’Oli-Devoto aveva sciolto i miei dubbi e in conformità a ciò mi è stato semplice affermare: il “Cantiere” fu fondato quando iniziarono i lavori di istallazione precisamente il 15 giugno 1898. La delibera ultima e definitiva che ratificava la convenzione era stata, infatti, approvata come documentano le carte dell’archivio comunale solo da poco più di un mese il 7 maggio 1898; La Società Esercizio Bacini, intendendo con questa dizione, un “ Ente costituito da due o più persone che impegnano beni comuni per l’esercizio di una attività economica”, regnando S.M. Umberto I, per grazia di Dio e per volontà della nazione, fu costituita il 28 dicembre 1889 diventando operativa il 1 gennaio 1890, come sancisce l’atto costitutivo. Sciolto il dubbio, mi sono limitato a raccontare ciò che le carte propongono. E’ opportuno precisare che tutto quello che è racchiuso tra virgolette e rigorosamente trascritto integralmente dai documenti esaminati. La costruzione grammaticale dei testi citati (tempo dei verbi, uso dei pronomi, concordanze, punteggiatura ecc.) non ha subito modificazione alcuna. Eventuali aggiunte apportate ai testi originali, per chiarire ambiguità o per fornire eventuali parole o lettere mancanti nella copia autentica sono state racchiuse dentro parentesi quadre; le omissioni di tratti del testo, parola o frase, sono state indicate con l’inserzione di una serie di tre punti, il tutto cercando di dare nei limiti del possibile un senso grammaticale compiuto. Riassumendo, in generale per la redazione della struttura funzionale del testo ho cercato di attenermi alle indicazioni che fornisce la guida di Roberto Lesina, Il Manuale di Stile, 4° ed., Bologna, Zanichelli, 1991. Voglia il lettore perdonarmi eventuali discordanze rispetto ai propositi, perché inequivocabilmente da attribuirsi a imperdonabili distrazioni.
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