LA CUCINA MEDITERRANEA
L’Editore Capone mette in libreria “La cucina
mediterranea” dell’ortellese Giorgio Cretì, che con Capone ha
già pubblicato “La cucina del sud” e “La cucina del Salento”.
A “La cucina
mediterranea” in un primo momento era stato dato il titolo di
“dieta mediterranea”, in omaggio a quel “modello nutrizionale di
qualità: ricco, vario, equilibrato, salutare ed appetitoso,
riconosciuto dall’Oms e dalla Fao” e praticato da secoli in
tutto l’areale dell’ulivo. Modello che l’Italia, la Spagna e il
Marocco, con il pieno appoggio della CE, hanno chiesto di far
rientrare tra i patrimoni immateriali dell’umanità tutelati
dall’Unesco.
Si può affermare, quindi, che cucina mediterranea
è uguale a dieta mediterranea e vuol dire modo di alimentarsi
delle genti con prodotti della terra e del mare senza
sofisticazione alcuna, in cui l’olio d’oliva la fa da padrone.
Questo, però, non è un
libro salutista, ma soltanto una raccolta delle ricette più
appetitose della tradizione o delle tradizioni mediterranee che
ancora sopravvivono e che, dato il loro successo anche sulle
nuove generazioni, sembrano ancora ben radicate. Non si fa
distinzione, come avviene nei menu dei ristoranti, tra
antipasti, primi, secondi, etc. La tradizione non ne faceva.
Inoltre, per la realizzazione di alcune ricette,
come il farro alla romana, la cicoria selvatica alla salentina,
la olla potrida, o pignato maretato, etc., si ricorre
all’impiego di grassi animali che conferiscono alla pietanza un
sapore particolarmente gradevole. Si esce dal seminato anche con
certi salumi e piatti di carne.
D’altra parte, ogni regola ha le sue eccezioni. |